Se non conoscete la pagina su facebook “Fornello vegano”, beh…dovete assolutamente darle un’occhiata.
Prima di leggere le ricette pubblicate da lui, Simone, imparate subito i termini “lesionare” e “cosu”…spero non chiedate a me il significato, e vi sconsiglio caldamente di chiedere delucidazioni a lui se non volete trovarvi con un vaffa in più nel bagaglio della giornata.
Le sue ricette sono uno spasso, irriverenti, assolutamente imprecise, e tassativamente vegane.
Ma fidatevi, sono irresistibili.
Ed è proprio da una sua ricetta che nasce l’idea questa pitta leccese light.
La ricetta originale prevede due strati di patate schiacciate e farcite in mezzo con un sugo fatto con cipolle, capperi e olive.
Visto che, ahimè, sono a dieta, ho pensato di preparare una versione light e sana, e devo dire che il risultato è stato strepitoso!
Per una teglia piccola (circa 25×15) :
Per il sugo:
- 1/2 litro di passata di pomodoro (anche leggermente di più)
- 1 grossa cipolla rossa (o due piccole)
- capperi sotto sale (io non li avevo)
- olive nere denocciolate
Per le basi:
- 1 cavolfiore grande (oppure 5 patate grandi per la versione classica)
- 2-3 cucchiai di pangrattato (omettere se si usano le patate)
- Parmigiano oppure per chi è vegano lievito alimentare in scaglie
- sale, pepe e prezzemolo fresco
In una padella, appassite la cipolla con un giro d’olio e mezzo bicchiere circa di liquido diviso tra acqua e vino.
Quando è piuttosto morbida, aggiungete la passata, le olive, i capperi e lasciate cuocere a fiamma bassa e coperto per 10-15 minuti.
Nel frattempo tagliate il cavolfiore in ciuffetti e lessatelo oppure ancora meglio, cuocetelo al vapore.
Quando è morbido passatelo con uno schiacciapatate e aggiungete sale, pepe, prezzemolo e lievito alimentare (o parmigiano).
Aggiungete il pangrattato fino a che l’impasto non risulti piuttosto compatto (dovrebbero essere sufficienti 2-3 cucchiai).
Per la versione con le patate:
lessate le patate e schiacciatele con il passapatate, poi conditele come per il cavolfiore omettendo il pangrattato in quanto le patate rimangono più compatte rispetto al cavolfiore..
Avete fatto caso quanto sia odioso aspettare che le patate si freddino prima di pelarle?
Mettetele nel passapatate con tutta la buccia, magicamente la polpa passa attraverso i buchini e la buccia rimarrà intrappolata dentro allo schiacciapatate. E’ sufficiente a questo punto, toglierela buccia e procedere con la patata successiva
Prendete una teglia piccola e foderatela con carta da forno.
Versate metà impasto del cavolfiore (o delle patate) nella teglia foderata con carta da forno e schiacciate bene con le mani o con il dorso di un cucchiaio.
Versate il sugo e livellatelo bene.
Aggiungete a cucchiaiate il resto dell’impasto a coprire schiacciandolo delicatamente.
Io ho preso un cucchiaio alla volta, l’ho schiacciato con le mani e poi posizionato sopra tipo collage 🙂
Spolverate con un cucchaio di pangrattato e un giro d’olio e infornate a 180° fino a doratura.
(qui vedete metà teglia con patate e metà con cavolfiore)
Note:
- La pitta va gustata assolutamente fredda, questo dà anche il tempo alla pitta di compattarsi. L’ideale sarebbe mangiarla il giorno dopo a temperatura ambiente.
- Non omettete la cipolla, è un sapore fondamentale in questa ricetta.
- Per un buffet alternativo potete tagliarla in cubetti dopo averla tenuta una notte in frigo.
Hai provato questa ricetta? Fotografa il tuo piatto e inseriscilo nei commenti, la tua foto apparirà anche nella pagina delle foto dei lettori!